Il ghiaccio è rotto, i timori iniziali fugati: da ora in poi il nuotatore Samuel Fanni potrà coltivare la sua passione sportiva con più ottimismo. La prima volta in un Campionato Italiano giovanile è stata molto positiva per il paralimpico visivo cagliaritano che sia nei 100 dorso, sia nei 50 stile ha conquistato la medaglia d’oro nella categoria S12. Il suo allenatore Alessandro Medda, pur non essendo presente, ha espresso soddisfazione perché da lui ci si può attendere molto in futuro: infatti non ha ancora compiuto quattordici anni e la voglia di impratichirsi sempre più non manca.
Ad assisterlo, nella piscina comunale di Fabriano, c’era Claudio Secci, uno che comunque bazzica da sempre negli ambienti natatori visto che è il papà della pluricampionessa italiana Francesca: “Samuel era molto emozionato – conferma il dirigente saspino – perché si è visto catapultato in una dimensione che non si aspettava con oltre 120 iscritti dai 10 ai 19 anni in rappresentanza di quarantasette società provenienti da tredici regioni. Credo che grazie alla sua motivazione migliorerà parecchio, lo attenderemo in vasca per continuare a metterlo sotto torchio”.
Samuel ha sempre convissuto con l’acqua clorata perché già da quando aveva tre mesi di vita la mamma lo portò con sé in piscina: “Per me era un modo di sentirmi libero – dice – perché nuotavo senza avere limiti”. Ultimamente lo studio l’ha assorbito non poco, al punto che ha solo una giornata settimanale completamente libera; ma dopo che avrà sostenuto l’esame di licenza media (a scanso di equivoci ha già preparato la tesina finale), pensa di dedicarsi con più assiduità alla disciplina.
“Con la Sa.Spo.mi alleno da neanche un anno – continua Samuel – e con l’allenatore Alessandro Medda mi sono trovato subito bene, i miglioramenti si sono visti da subito”.
Non si sottrae all’interrogatorio inerente alle sue sensazioni nelle due gare marchigiane: “Nel dorso non ho mantenuto la linearità in corsia, pur essendo stato più veloce rispetto alle mie precedenti gare regionali, ho provato a tenermi al centro, ma è stato particolarmente difficile perché non avevo un punto di riferimento da seguire e quindi procedevo zigzagando. Con Alessandro troveremo qualche sistema per garantire una performance meno complicata; oppure, come accade negli allenamenti, potrei trovare supporto nella corda. A volte sono riuscito a tenere completamente dritta l’andatura ma non ho idea del motivo per cui a volte succede il contrario. Nei 50 stile libero avevo un po’ d’ansia addosso, poi ho cercato di diluirla, alla fine ha prevalso semplicemente la stanchezza”.
Sta già pensando alle prossime gare che non saranno imminenti: “In futuro proverò a migliorare lo stile, con il dorso è solo una questione di spinta con le braccia”. Infine i ringraziamenti, particolarmente sentiti, che rivolge ad Alessandro Medda, Claudio Secci e alla Sa.Spo in generale e a tutti coloro che l’hanno aiutato nell’intraprendere la trasferta a Fabriano.